I termini di licenza devono essere chiari e intellegibili: i termini di licenza devono essere sempre scritti chiaramente, devono consentire ai clienti di determinare prontamente i costi di licenza e consentire agli stessi di determinare facilmente i propri obblighi. I fornitori di software non devono addebitare costi o penalizzare in altro modo i clienti che non dovessero rispettare termini di licenza ambigui, fuorvianti o confusi. Invece, tali termini di licenza dovrebbero essere interpretati non favorendo il licenziante e non essere utilizzati per ottenere costi di licenza aggiuntivi dai clienti.
Libertà di portare nel cloud il software acquistato in precedenza: i clienti che cercano di migrare il proprio software da on-premise al cloud non dovrebbero essere tenuti ad acquistare licenze separate e duplicate per lo stesso software. Dovrebbero essere esenti dalle restrizioni delle condizioni di licenza e da costi maggiori che mettono in discussione la loro capacità di eseguire il software che hanno ricevuto in licenza nel cloud e sul cloud di fornitori di loro scelta.
I clienti dovrebbero essere liberi di eseguire il proprio software locale sul cloud di loro scelta: le licenze che permettono ai clienti di eseguire software sul proprio hardware (generalmente denominato software “on-premise” o locale) dovrebbero anche consentire loro di utilizzare tali software su un cloud a scelta del cliente senza ulteriori restrizioni.
Riduzione dei costi tramite un uso efficiente dell’hardware: i fornitori di software non dovrebbero impedire ai propri clienti di gestire i propri carichi di lavoro su risorse cloud sicure. I termini di licenza restrittivi che richiedono ai clienti cloud di utilizzare il software di un fornitore solo su hardware dedicato esclusivamente a quel cliente privano i clienti di efficienza e generano costi inutili che scoraggiano l’adozione del cloud.
Libertà di non ricevere ritorsioni per le scelte cloud: i fornitori di software non devono penalizzare o mettere in atto ritorsioni nei confronti dei clienti che scelgono di utilizzare il software di tali fornitori su offerte cloud di altri fornitori, ad esempio intraprendendo controlli software maggiori o intrusivi o imponendo tariffe di licenza software più elevate.
Evitare il lock-in dei clienti attraverso software di directory interoperabile: il software di directory che consente alle aziende di creare, identificare, gestire e autenticare gli utenti e consente agli utenti autorizzati di accedere a un’ampia varietà di applicazioni, sistemi e altre risorse è fondamentale per il modo in cui tali aziende eseguono un ambiente IT. I fornitori di software che forniscono software di directory hanno maggior responsabilità di garantire che tali directory supportino standard aperti per la sincronizzazione e l’autenticazione delle identità degli utenti in modo non discriminatorio verso altri servizi di identificazione e non impediscano ai clienti di passare da un provider a un altro bloccando la loro soluzione di directory.
Trattamento equo per i costi di licenza del software nel cloud: i fornitori di software non dovrebbero addebitare prezzi diversi per lo stesso software in base esclusivamente a chi possiede l’hardware su cui detto software è installato. I prezzi del software non devono fare differenze tra il software installato nel data center di un cliente, in un data center gestito da una terza parte, su computer affittati da terze parti o nel cloud a meno che i costi non differiscano a seconda di dove è installato.
Gli usi consentiti del software devono essere affidabili e prevedibili. I fornitori di software non devono apportare modifiche sostanziali ai termini di licenza che limitano gli usi consentiti ai clienti in precedenza, specialmente quando i clienti potrebbero aver fatto affidamento su tali usi, a meno che non sia richiesto dalla legge o per motivi di sicurezza.
Le licenze dovrebbero coprire casi d’usi del software ragionevolmente previsti. I fornitori di software non dovrebbero fuorviare i clienti vendendo licenze che i clienti si aspettano ragionevolmente coprano il loro uso di software previsto, ma in realtà richiedono l’acquisto di licenze aggiuntive, soprattutto se tali usi aggiuntivi sono quelli raccomandati dal fornitore del software.
Consentire trasferimenti di software equi: laddove i clienti hanno il diritto di rivendere e trasferire licenze software, i fornitori di software dovrebbero continuare a offrire supporto e patch a condizioni eque ai clienti che hanno legalmente acquisito una licenza rivenduta. Rifiutare di supportare i clienti che hanno acquisito correttamente i diritti di licenza degrada ingiustamente il valore e l’utilità del software ed espone i licenziatari a minacce alla sicurezza derivanti da vulnerabilità prive di patch.